Toshiyuki Kita, classe 1942, è un designer di origini giapponesi formatosi tra Milano e Osaka; in Giappone consegue il diploma in Design Industriale nel 1964 al Narita College e inizia la sua carriera in un’azienda specializzata nella lavorazione dell’alluminio. Nel 1967 apre uno studio nella propria città natale, dedicandosi alla ricerca di prodotti lifestyle e di artigianato tradizionale. Collabora con l’Italia fin dagli esordi, in qualità di designer ambientale e industriale, per aziende come Bernini e Bilumen; nel 1967 progetta per Moroso la poltrona Saruyama, da cui nascerà la collezione Saruyama Island. Nel 1966 con Branzi, Corretti e Morozzi fonda a Firenze lo studio di architettura radicale Archiom Associati, che conclude la sua attività nel 1972. Dal 1969 opera a Milano con il proprio studio in Corso Garibaldi.Molti dei suoi lavori fanno parte delle collezioni permanenti di musei internazionali come il MoMA di New York, il Centre Georges Pompidou di Parigi, la Pinakothek der Moderne di Monaco e il Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo. Ha creato numerosi prodotti per brand sia europei sia giapponesi, spaziando dal settore degli arredi alle TV LCD, passando per i robot (celebre il robot per Mitsubishi Electric), dagli accessori domestici agli elettrodomestici. Tra le sue creazioni più note ci sono la Wink Chair (1981) e il Kick Table (1984) entrambi realizzati con Cassina e la Multilingual Chair (Kotobuki Corporation, 1991), usata per il padiglione Giapponese all’Esposizione Internazionale di Siviglia.Numerose sono anche le esposizioni a lui dedicate: oltre alle personali di Barcellona, Vienna, Helsinki e Singapore, nel 2009, in occasione del Salone del Mobile di Milano, viene presentata la mostra “Kita. Future Delight”, mentre nel 2010 si tiene “Kita. Timeless Future” presso la Triennale di Milano. La più recente è “Il lusso Della Natura” tenutasi presso la Chiesa di San Domenico ad Alba, in Piemonte, all’interno della programmazione di eventi di accompagnamento all’Expo 2015 di Milano. Durante il Fuori Salone di Milano nel 2006, 2008 e 2009, Toshiyuki Kita ha coordinato la mostra, organizzata da JIDP (Japan Institute of Design Promotion), che raccoglieva le migliori opere di design giapponese selezionate dal prestigioso G-Mark Award. Il Salone del Mobile di Milano ha visto spesso Kita protagonista di diverse esibizioni, con opere nate dall’incontro fra materiali naturali modellati secondo l’antica tradizione artigianale giapponese e le nuove tecnologie ecocompatibili. Inoltre, nel 2010 Kita ha ricoperto il ruolo di Direttore Creativo del padiglione dedicato al design industriale giapponese per l’Expo di Shanghai.Nella sua carriera ha dato il suo contributo come consulente governativo per Singapore, Thailandia e Cina seguendo i progetti di rivitalizzazione nelle arti e nel design dei rispettivi paesi. Nel 1985 tiene un corso presso l’Università di Washington; nel 1993 è visiting professor presso l’Università di Arti Applicate di Vienna; dal 2004 è professore presso l’Università di Arti di Osaka con il ruolo di Responsabile del Design e visiting professor all’Accademia Centrale Cinese di Belle Arti. Negli ultimi anni si è maggiormente dedicato all’educazione e all’insegnamento tenendo e partecipando a seminari e workshop non solo in Giappone, ma anche in Europa e nel resto dell’Asia. Prosegue con dedizione lo studio delle arti tradizionali, come la lavorazione della lacca (Urushi) e della carta (Washi), e di altre industrie locali giapponesi. È anche ideatore e promotore della fiera internazionale di Living&Design RENOVETTA in Giappone.Tra le sue pubblicazioni si ricordano: “Power of Design” (Nikkei Publishing Inc., 2007), “Local Industry + Design” (Gakugei Shuppan-Sha, 2009) e “Venture for Design 1969 – Why I Went to Italy to Design” (Gakugei Shuppan -Sha, 2012). Il suo DVD “Made with Heart and Soul”, documentario di venti minuti sui quarant’anni di collaborazione di Kita con varie arti e artigianato tradizionali giapponesi locali, è stato insignito del Gold Prize of World Media Festival (Pubbliche Relazioni/Cultura) ad Amburgo, in Germania, nel 2012.Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali tra cui nel 1975 il Japan Interior Designers Association Award; nel 1983 il Product Design Award dall’Institute of Business Designers and Contract Magazine negli Stati Uniti; il Delta de Oro della Spagna nel 1990; e nel 2011 ha ricevuto il Compasso d’Oro alla carriera, vantando non solo di essere uno dei pochi designer non italiani a vincere, ma anche di esser stato nel 2016 lui stesso membro della Giuria del prestigioso premio. Dal 2006 al 2008 ha fatto parte anche della giuria del Red Star Design Award in Cina. Nel 2017 gli viene conferito il titolo di Commendatore della Repubblica Italiana e nel 2018 riceve l’Intellectual Property Achievement Awards dall’Ufficio brevetti giapponese.
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