Pio Manzù



Pio Manzù, pseudonimo di Pio Manzoni, nasce a Bergamo nel 1939, ed è già un talento promettente del design italiano, quando perde la vita in un incidente d’auto nel 1969, a soli 30 anni. La sua breve ma intensa carriera nel mondo del disegno industriale ha comunque lasciato il segno. Cresce in un ambiente nel quale si respirano l’arte, la manualità, l’alchimia che trasforma i materiali, essendo figlio del celebre scultore Giacomo Manzù. Dopo gli studi classici a Milano, nel 1960 si trasferisce a Ulm, in Germania, per studiare disegno industriale alla Hochschule für Gestaltung. Il giovane Pio si distingue subito per il prodigioso talento, vincendo a soli 23 anni il concorso internazionale organizzato dalla rivista Année Automobile di Ginevra, con il progetto dell’auto Austin Healey 3000. Il prototipo, costruito dalla Carrozzeria Pininfarina ed esposto lo stesso anno al Salone di Torino e a quello di Londra, rivela in parte l’approccio visionario e innovativo di Pio Manzù al design. Nel suo intento di sviluppare veicoli originali e allo stesso tempo funzionali ed ergonomici, svolge una continua ricerca che coniuga caratteristiche tecniche e valori formali.Tra premi, riconoscimenti, la redazione di articoli e l’incarico da assistente all’università, Pio Manzù prepara la sua tesi di laurea, dal titolo “Design di un trattore da 80 CV”, per il quale mette a punto un innovativo sistema di sicurezza. Ottenuto il diploma di laurea nel 1964, crea il gruppo progettuale Autonova, impegnato nella ricerca sui materiali e sui processi produttivi nel campo delle autovetture. Con Autonova realizza i prototipi Autonova GT e la monovolume Autonova Fam, caratterizzata da un volume generoso all’interno e dalla presenza di 5 porte. Quest’ultimo progetto attira l’attenzione dell’ingegnere Dante Giacosa della FIAT, il progettista della Nuova 500, premio Compasso d’Oro ADI nel 1957. Per il giovane designer è l’inizio della collaborazione con l’azienda torinese, nonostante la politica di opposizione dei vertici verso le consulenze esterne. Dal 1967, anno in cui entra nella giuria del Compasso d’Oro, e fino al 1969, anno della sua prematura scomparsa, realizza per FIAT i prototipi del City Taxi, dell’Autobianchi Coupé e della FIAT 127, messa in produzione postuma nel 1971.Nel campo del design di prodotto, Pio Manzù intreccia collaborazioni con importanti brand per i quali firma oggetti divenuti iconici. Oltre a consulenze per Piaggio e Olivetti, realizza per Kartell un contenitore multiaccessorio da scrivania in plastica, oggi ricercatissimo dai collezionisti. Per Alessi disegna l’orologio Cronotime, il primo orologio italiano a transistor, esposto nella collezione permanente del MoMA di New York e ancora oggi presente nel catalogo dell’azienda. Alcuni progetti rimasti sulla carta, schizzi e prototipi, sono stati poi editati e prodotti postumi. Tra questi, la celeberrima lampada da terra Parentesi, della quale Achille Castiglioni, allora art director di Flos, ricevette i disegni da parte della vedova del giovane designer. Castiglioni modifica il corpo luminoso, mantenendo l’innovativo concetto del cavo appeso al soffitto, e teso da un peso agganciato alla base. Flos lanciò la lampada Parentesi sul mercato con la firma di entrambi nel 1971. Vincitrice del Compasso d’Oro ADI nel 1979, la lampada Parentesi è ancora oggi uno dei best sellers di Flos.Tra i documenti attualmente raccolti nell’archivio della GAMeC (Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo), si trovano alcuni progetti che hanno suscitato l’interesse di Renato Stauffacher, leader di Alias Design. Nella collezione Manzù dell’azienda bergamasca troviamo oggi Manzù Black, edit di un sedile ergonomico per autovettura progettato dal designer nel 1967, e i tavoli Manzù 08A, Manzù 08B e Manzù 08C, in origine destinati a casa Agnelli a Roma.

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