Designer visionario e imprevedibile, Ingo Maurer ha sperimentato con la luce, quasi giocato con la luce, per lasciare al mondo oggetti luminosi davvero unici. Nato in Germania nel 1932, ha una formazione iniziale come tipografo e grafico, ma ci vuole poco per dirottare le sue energie e la sua fantasia progettuale verso il light design: nei primi anni ’60 fonda il suo studio Design M, e comincia a dare sfogo alla sua fantasia. In questo contesto, nel 1966, nasce la famosissima lampada Bulb, un progetto dal concept semplice, ma allo stesso innovativo, in cui la lampadina vera e propria si trova all’interno di un portalampada in vetro soffiato, a forma di grande lampadina. La lampada è tuttora prodotta da quella che è poi diventata la sua azienda, la Ingo Maurer GmbH, con sede a Monaco di Baviera, brand che produce e vende le lampade disegnate da Maurer e, dopo la sua scomparsa nel 2019, dai suoi collaboratori e successori.In tutti i suoi progetti emerge chiara la volontà di utilizzare materiali poveri, come plastica e alluminio, oppure materiali di riciclo. Oltre alla lampada Bulb, altre sue creazioni sono entrate nella storia del design: Hearts Attack del 1997, formata da 48 cuori luminosi che possono essere orientati a piacere; Zettel’z, sempre del 1997, un originale lampadario formato da tanti fogliettini di carta, sorretti ad una struttura metallica tramite graffette, su cui scrivere le proprie annotazioni, poesie, disegni o altro; Luccellino (1989) una lampadina alata in cui sono state utilizzate vere piume d’oca; e ancora Birds, birds, birds (1992), Porca Miseria! (1994), MaMo Nouchies (1998). Come quando ci si trova davanti ad un’opera d’arte, una lampada di Ingo Maurer non può lasciare indifferenti: suscita in noi reazioni contrastanti e non possiamo fare a meno di accoglierne la provocazione, mai aggressiva o violenta, ma sempre ironica e divertente.Oltre alla progettazione e produzione di lampade, i suoi progetti abbracciano anche vere e proprie installazioni luminose in luoghi sia pubblici che privati, che possono essere considerate quasi delle performance artistiche. La prima mostra che consacra il designer è quella di Parigi nel 1989, tenutasi presso la Fondation Cartier, da titolo “Ingo Maurer: Lumière Hasard Réflexion”, in cui, attraverso l’allestimento di dodici diversi ambienti, riesce a dare libero sfogo al suo estro creativo, ricevendo il giusto consenso. I numerosi premi e riconoscimenti ricevuti negli anni hanno avuto come culmine il Design Award della Repubblica Federale di Germania nel 2010 e il Compasso d’Oro alla carriera nel 2011.
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