Giulio Cappellini, milanese, classe 1954, è un architetto, designer e imprenditore apprezzato e riconosciuto a livello internazionale. Come molti suoi coetanei, cresciuti nel distretto del mobile brianzolo, proviene da una famiglia di mobilieri. Attratto inizialmente dall’architettura, si laurea al Politecnico di Milano nel 1979. Durante gli anni di studio ha l’occasione di fare esperienza nello studio di Gio Ponti, poco prima della scomparsa di quest’ultimo. Ma è l’azienda di famiglia, oramai un mobilificio ben avviato, a calamitare tutte le sue attenzioni. La sua idea è quella di fare crescere l’azienda a livello internazionale e di veicolare i valori del made in Italy nel mondo. Per questo frequenta la Scuola di direzione aziendale all’Università Bocconi, ed entra ufficialmente nella Cappellini con il ruolo di art director nel 1979. Nel 1981 esordisce con I Sistemi, una serie di mobili contenitori modulari caratterizzati da linee semplici ed eleganti, leggerezza formale e funzionalità. La linea si evolve nelle odierne collezioni Easy, Aviolux e Flexy Container, firmati Studio Cappellini, ovvero il team interno all’azienda che il designer ha formato per la progettazione.La cifra stilistica di Cappellini si palesa nell’equilibrato mix di razionalità, fantasia ed eclettismo. La sua carriera si divide tra il design e la gestione dell’azienda di famiglia, che a partire dalla metà degli anni Ottanta punta sul contributo di giovani designer emergenti. Nel corso dei suoi numerosi viaggi, la curiosità e la continua ricerca di novità lo portano ad incrociare il destino di talenti come Carlo Colombo, Jasper Morrison, Marc Newson, Ronan e Erwan Bouroullec, James Irvine, Christophe Pillet, Patrick Norguet, Nendo, Marcel Wanders, Shiro Kuramata, Dror, Barber & Osgerby, Tom Dixon. Una rosa impressionante che gli vale il titolo di talent scout, un ruolo che esercita con impressionante efficacia. Nel 1992 avvia la collezione Progetto Oggetto, un programma progettuale collettivo coordinato da Jasper Morrison e James Irvine, che sfocia in una serie di oggetti decorativi per la casa e accessori. Il programma, di cui fanno parte il vaso e la lampada Ayra, disegnati da Cappellini in tandem con Antonio Facco, è ancora in corso e ha contribuito ad arricchire il catalogo nel corso degli anni con i contributi di diversi designer.Cappellini intreccia collaborazioni anche con realtà esterne all’azienda, in qualità di art director, come l’Istituto Marangoni, Alcantara, Olmar. La fruttuosa collaborazione con Ceramica Flaminia, iniziata alla fine degli anni Novanta, sfocia nella realizzazione di una lunga serie di collezioni, come i sanitari della linea Acquagrande (1997), Link (1999), Monowash Miniwash Fly (2005). Nonostante le vicissitudini societarie che hanno visto l’azienda di famiglia, ora Cap Design s.p.a, entrare nel Gruppo Poltrona Frau nel 2004, Giulio Cappellini continua negli anni ad arricchire il catalogo, che porta sempre il suo nome prestigioso. Nascono in quegli anni le iconiche collezioni Luxor (2008) e Brest (2009), una serie di mobili contenitori per il living. Tra le realizzazioni più recenti, le sedute della linea Petit Quack (2016-2020), il tavolo in marmo Dolmen (2019), la collezione di tavolini Gong (2020). Il racconto del contributo al design di Giulio Cappellini non sarebbe completo senza accennare agli straordinari allestimenti per il Fuorisalone. Nel 1992 fa scalpore con il recupero degli spazi fatiscenti alla Fabbrica del vapore, per poi passare, dal 2000, agli ormai imperdibili allestimenti negli spazi di Superstudio, in via Tortona.
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