Gino Sarfatti (Venezia, 1912 – Gravedona, 1984) è stato un imprenditore e designer di fama internazionale, noto soprattutto come progettista dell’illuminazione. Descritto dallo scrittore Jean François Grunfeld come il più grande creatore di lampade del XX secolo, nella sua lunga carriera ha realizzato oltre 700 modelli, ha affrontato progetti illuminotecnici impegnativi e prestigiosi per musei e teatri, come il Palazzo Bianco a Genova e il Teatro Regio di Torino, e fornito apparecchi illuminanti per diversi transatlantici, come l’Andrea Doria. Lasciato a metà il corso di studi in Ingegneria aeronavale dell’Università di Genova, si trasferisce a Milano, dove inizia a lavorare in una vetreria d’arte, e comincia a immaginare di trasformare i vasi di vetro in lampade. Come lui stesso racconta, non è attratto dal design in sé, ma dal fatto che ogni lampadina, per essere funzionale, ha bisogno di un adeguato supporto. Un approccio da ingegnere al mondo dell’illuminazione, che lo porta a fondare Arteluce nel 1939. La produzione è artigianale e declinata in piccole serie, con un catalogo organizzato in rigorose serie numerate. Alcune lampade originali, progettate da Sarfatti poco prima della guerra, come il lampadario modello 00106, o la variante Sputnik del modello 2003, sono ricercatissime dai collezionisti.Nel dopoguerra, per il designer inizia un periodo di attività frenetica, che lo vede dividersi su diversi fronti. Da un lato la gestione del nuovo punto vendita Arteluce in Corso Matteotti, progettato da Marco Zanuso, dall’altro la produzione di lampade per il residenziale, per il settore pubblico e per le forniture navali. Nel frattempo la sua fama di designer cresce, grazie alla presenza di alcuni suoi pezzi in prestigiose esposizioni internazionali, mentre in Italia, nel 1954, i modelli 1063 e 1065 ottengono il “Gran Premio” alla X Triennale. Seguono i premi Compasso d’Oro 1954 per il modello 559 e Compasso d’Oro 1955 per il modello 1055. Nel 1958 disegna il modello 2097, una sontuosa lampada a sospensione declinata in tre varianti, divenuta un’icona del design e oggi inserita nel catalogo Flos. La produzione di lampade, vastissima, varia dai lampadari di lusso, in ottone o acciaio, alle giocose lampade e applique dotate di paralumi in ferro, verniciati con colori accesi, fino alle innovative lampade modello 1063, un tubo al neon del 1954, e modello 607 del 1971, prima lampada alogena.Oltre che maestro indiscusso dell’illuminazione, Sarfatti si distingue per la sua lungimiranza come imprenditore, qualità che gli ha permesso di portare Arteluce ai massimi livelli, grazie anche alla collaborazione con designer del calibro di Franco Albini, Franca Helg, Ico Parisi, Massimo Vignelli, Carlo Mollino. Nel 1973 decide di ritirarsi, vendendo Arteluce a Flos. Gino Sarfatti si spegne nel 1985 a Gravedona, sulle rive del lago di Como. Tuttavia, la sua influenza non è venuta meno. Nel 1978, il figlio Riccardo Sarfatti fonda il marchio Luceplan, con la moglie Sandra Severi e l’architetto Paolo Rizzatto, mentre il nipote Alessandro, con il suo brand Astep, basato a Copenhagen, riedita e distribuisce le lampade disegnate dal nonno, veicolando i valori della tradizione e del made in Italy nel mondo.
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