Cini Boeri

Architetto e designer tra le più influenti nel panorama culturale italiano del secondo dopoguerra, Maria Cristina Mariani Dameno, detta “Cini”, un diminutivo che deriva dal lombardo “piccinina”, nasce a Milano nel 1924. Nel 1951 si laurea in architettura al Politecnico di Milano, ed inizia la difficile gavetta in una professione ad esclusivo appannaggio maschile. Cini, nel frattempo coniugatasi con Renato Boeri, un neurochirurgo, non si dà per vinta e lavora come apprendista nello studio del maestro Gio Ponti, e in seguito alla Philco, dove vende le cucine componibili dell’azienda americana. L’incontro con Marco Zanuso, avvenuto nello stand dell’azienda al Salone del Mobile del 1952, rappresenta l’inizio della sua straordinaria parabola nel mondo del design e dell’architettura. Nello studio del maestro, dove rimane per circa 12 anni, lavora al fianco di Aldo Rossi e di Richard Sapper, affronta i primi importanti progetti architettonici, e viene introdotta nell’ambiente degli artisti e letterati del periodo, avendo modo di conoscere Lucio Fontana e Ernesto Nathan Rogers.È il 1963 quando apre il suo studio, con l’azienda Arflex come primo cliente, e con la quale vince il Compasso d’Oro ADI nel 1979 per il divano Strips, un sistema di sedute rivoluzionario. Il suo approccio progettuale sperimentale la porta ad esplorare nuovi linguaggi e ad utilizzare i materiali in modo innovativo. Nel suo lavoro la funzione e la relazione con il fruitore dell’opera, che si tratti di un oggetto o di uno spazio, sono prioritari rispetto alla forma. Nella sua lunga carriera Cini Boeri ha svolto diverse attività, progettando case unifamiliari, design d’interni per appartamenti e uffici, showroom, come ad esempio quelli di Knoll International in Francia, Germania, Italia e in California, o il negozio di Venini in Piazza san Marco a Venezia, oltre ad allestimenti di mostre e di musei. Ha anche svolto attività didattica, tenendo lezioni e conferenze in molte università, e divulgativa, attraverso i testi da lei pubblicati.Nel campo del design di prodotto, sono molti i pezzi scaturiti dalla lunga collaborazione con Arflex. Oltre al divano Strips, ricordiamo la sedia Bobo Lounge (1967), l’innovativo Serpentone, un divano venduto al metro (1971), le poltrone della collezione Pecorelle (1972), il divano Bengodi (1974), reinterpretato nel 2009 con il nome Ben Ben. Tra gli altri marchi con cui ha collaborato troviamo Knoll, per il quale ha disegnato la linea di sedute Cini Boeri Collection, e la collezione di tavoli Lunario. Per Fiam Italia ha creato nel 1987 uno dei pezzi più iconici del design italiano, ovvero la poltrona Ghost, realizzata interamente in vetro. Molti degli oggetti progettati da Cini Boeri sono oggi esposti nelle collezioni permanenti del MoMA di New York, al MAD di Parigi e al Museo del Design alla Triennale di Milano. Tra i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti, oltre al Compasso d’Oro ADI, ricordiamo il Good Design Award di Chicago 2008, l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e il Compasso d’Oro alla carriera nel 2011. Muore a Milano all’età di 96 anni, il 9 settembre 2020.

  • Formazione

  • Eventi

  • Media

nessuna attività sponsorizzata

>