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Design A/I 2025–26: il futuro è sensoriale, gentile e rigenerante

Dalle fiere internazionali arrivano segnali chiari: materiali, palette e forme parlano il linguaggio dell'identità e del benessere.

Settembre, si sa, è il capodanno del design. Dopo la pausa estiva, il settore torna a pulsare tra stand, installazioni e anteprime, segnando la rotta dei mesi a venire. Le fiere internazionali come Formex (Stoccolma), Paris Design Week e Maison&Objet ci offrono una mappa preziosa: nuovi materiali, palette ricalibrate e tecnologie sempre più integrate ci raccontano un mondo che vuole essere, allo stesso tempo, più umano e più intelligente.

1. Ritorno alla terra: palette e texture Colori terrosi, nuance argillose e superfici materiche tornano protagoniste. Il beige si fa sofisticato, il terracotta diventa base neutra e il verde salvia si conferma come ponte tra naturale e digitale. Il trend non è solo estetico: cerca connessioni emotive con la natura, evocando comfort e radicamento. 2. Multisensorialità e materiali attivi I materiali parlano, vibrano, rispondono. Spugne acustiche, tessuti che reagiscono al tocco, superfici che assorbono rumori e riflettono umori. Il design multisensoriale non è più una nicchia sperimentale ma una direzione chiave, utile tanto nei contesti pubblici quanto in quelli residenziali. 3. Soft geometry e forme accoglienti Linee curve, volumi pieni, bordi smussati. L’estetica “soft” si consolida come linguaggio del benessere, pensato per spazi che devono accogliere e rassicurare. La casa, l’ufficio, la scuola diventano ambienti affettivi, non più solo funzionali. 4. Tecnologia “invisibile” Sempre più presente, sempre meno protagonista. Luci intelligenti, sistemi domotici, superfici interattive: la tecnologia si integra con eleganza e discrezione, contribuendo al comfort senza spettacolarizzare la performance. 5. Identità e storytelling spaziale Lo spazio diventa autobiografico. Che sia un piccolo studio, una stanza d’albergo o una hall aziendale, ogni ambiente è progettato per raccontare una storia. I progettisti sono chiamati a un lavoro più profondo: trasformare esigenze funzionali in narrazioni visive coerenti.


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