Carlo Scarpa nasce a Venezia nel 1906. Dopo aver trascorso alcuni anni a Vicenza, nel 1919 s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia ottenendo nel 1926 l’abilitazione in Disegno Architettonico. In questi anni incontra l’architetto e docente Guido Cirilli, con il quale lavora dal 1926 al 1931 affiancandolo come assistente universitario presso l’Istituto Superiore di Architettura di Venezia (oggi IUAV); importante è anche il suo incontro con l’architetto e designer Vincenzo Rinaldo, docente del corso di ornato, con il quale collabora ad alcuni progetti nelle ultime fasi di vita dello stesso. Da questi due insegnanti, Scarpa eredita l’attenzione per i dettagli e per la qualità dei materiali costruttivi e l’amore per la storia.Fin da giovane Scarpa è sensibile all’arte e frequenta gli ambienti intellettuali e artistici veneziani, dove conosce e si lega a figure come: Giuseppe Ungaretti, Carlo Carrà, Lionello Venturi, Diego Valeri, Giacomo Noventa, Arturo Martini, Mario Deluigi, Bice Lazzari e Felice Casorati. Nel 1931 aderisce al Movimento Razionalista in aperta opposizione alla corrente accademica novecentista. Tuttavia, il suo approccio all’architettura si discosta dai rigori modernisti per via dell’attenzione all’esistente e al rispetto dell’eredità storica del contesto in cui l’opera si inserisce. Ancora studente inizia a lavorare nelle vetrerie di Murano disegnando elementi di arredo e oggettistica. In particolare, dal 1932 al 1947, collabora con la vetreria di Paolo Venini, divenendone direttore artistico e autore di numerosi oggetti di vetro. Significativa è la sua collaborazione con Cassina, azienda con cui realizza i tavoli Doge, Orseolo, Delfi e la libreria Rialto.Tra il 1935 e il 1937 è impegnato nella sistemazione dell’università Ca’ Foscari di Venezia, intervento che segna l’inizio di una lunga attività di architetto. Celebri sono le ville private che progetta tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, come Villa Zoppasa Conegliano (1953), Villa Veritti a Udine (1955-1961) o Villa Ottolenghi a Bardolino (1974-1978). Tra le opere più rilevanti si ricordano l’ampliamento della Gipsoteca canoviana a Possagno (1955-1957), il restauro del Museo di Castelvecchio a Verona (1957-1975) e il complesso della Tomba Brion a San Vito di Altivole (1969-1978). Nell’attività di Scarpa ampio spazio è dedicato agli allestimenti di mostre temporanee e a progetti museografici; in questo campo si occupa della riconfigurazione della Galleria dell’Accademia a Venezia, collabora con la Biennale a partire dall’allestimento delle mostra dedicata a Paul Klee (1948) e poi per la realizzazione del Padiglione del libro (1950, distrutto da un incendio), del Giardino delle sculture (1952) e del Padiglione del Venezuela (1954).La sua carriera è costellata di premi e riconoscimenti tra questi: il Premio Nazionale Olivetti per l’architettura nel 1956 (per Olivetta realizza il negozio in piazza San Marco a Venezia); il Premio IN/Arch e la Medaglia d’oro del Ministero per la Pubblica Istruzione per la cultura e l’arte nel 1962; il Premio della Presidenza della Repubblica per l’architettura nel 1967. È stato, inoltre, nominato membro del Royal British Institute of Design nel 1970, dell’Accademia Olimpica di Vicenza e dell’Accademia Nazionale di San Luca a Roma nel 1976. Numerose sono le mostre a lui dedicate in Italia e all’estero da importanti istituzioni come: il Museum of Modern Art di New York nel 1966, la Biennale di Venezia nel 1968, la Heinz Gallery di Londra e l’Institut de l’Environnement a Parigi nel 1978, il Museum für angewandte Kunst (MAK) di Vienna nel 1989 e nel 2003. Nel 1972 diviene direttore dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia; nel 1978 gli viene conferita la Laurea Honoris Causa in Architettura, cerimonia alla quale non potrà partecipare rimanendo vittima di un incidente in Giappone.
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