Carlo Mollino (Torino 1905-1973) è stato un architetto, designer, fotografo, scrittore, intellettuale e pilota di aerei e automobili. Figura complessa e poliedrica del panorama artistico italiano del Novecento, ha incarnato il modello dell’artista rinascimentale, costruendo un percorso personale e individuale al di fuori da gruppi e movimenti. Figlio di un ingegnere edile, nel 1924 si iscrive alla facoltà di Ingegneria al Politecnico di Torino, ma presto decide di passare alla neonata Regia Scuola Superiore di Architettura. Già durante gli studi il giovane architetto lavora a fianco del padre, sviluppando un linguaggio personale che si distacca dallo stile convenzionale che caratterizza i progetti dello studio Mollino. Nel 1933 vince il suo primo concorso, per la realizzazione della sede dell’Unione Provinciale Agricoltori, e nel 1939 realizza quello che è considerato il suo capolavoro, ovvero l’edificio della Società Ippica Torinese. Nel dopoguerra la sua carriera si fa movimentata: fino al 1953 si divide tra progetti di architettura, design di prodotto, l’insegnamento alla Facoltà di Architettura di Torino e la scrittura di numerosi saggi e libri. Dopo una pausa durata sei anni, dovuta ad una profonda crisi personale legata alla scomparsa del padre, riprende a progettare, realizzando, tra le altre opere, l’Auditorium Rai di Torino, la Camera di Commercio di Torino, il Regio Teatro dell’Opera. Muore nel 1973 in seguito ad un malore, mentre lavora solo nel suo studio.E’ difficile classificare l’opera di Mollino nella storia dell’arte e dell’architettura, per via della sua distanza da qualsiasi corrente. Il suo innato eclettismo lo ha portato ad esplorare ogni espressione artistica e stilistica, interpretandola secondo il suo personale linguaggio. Nel suo lavoro si possono rintracciare allo stesso tempo suggestioni futuriste e decadenti, razionaliste e surrealiste, metafisiche e organiche. Al di là degli edifici, gli aspetti più interessanti della sua opera si concentrano nei progetti di design di interni e nei suoi arredi. Nel 1936 realizza un progetto sperimentale di interni per la propria abitazione a Torino, denominata Casa Miller, che può essere considerata il manifesto del suo pensiero. Per Mollino la casa è un organismo unitario nel quale ogni componente ha la medesima importanza. I suoi progetti di interni investivano sia la distribuzione degli spazi che la realizzazione di mobili e decorazioni, allo scopo di creare un insieme interconnesso. Di conseguenza, la maggior parte dei suoi mobili sono pezzi unici, anche perché Mollino non era interessato alla produzione di massa del suo design.Se possiamo individuare un tratto caratteristico dei suoi arredi, lo troviamo sicuramente nelle linee sinuose, nell’inserimento di elementi di rottura, nell’eleganza scultorea. Oggi i suoi arredi sono esposti nelle collezioni permanenti del MoMA di New York e del Victoria & Albert Museum di Londra, mentre i collezionisti si contendono in aste esclusive i rari oggetti rimasti. L’azienda Zanotta, grazie all’interesse del suo fondatore Aurelio, ha inserito in catalogo alcuni pezzi disegnati da Mollino a partire dagli anni ’80. Tra questi, i celebri tavoli Arabesco (1949) e Reale (1948), la scrivania Cavour (1949), la poltrona Ardea (1946) e lo specchio Milo (1938).
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