Charlotte Perriand è una designer e architetto francese, nota per il suo contributo allo sviluppo del design moderno e per la sua lunga collaborazione con Le Corbusier e Pierre Jeanneret. Nasce nel 1903 a Parigi, in un contesto familiare artisticamente fecondo; nella capitale francese si diploma nel 1925 presso l’École de L’Union Centrale des Arts Décoratifs. Dopo due anni presenta la prima collezione di oggetti e arredi all’Esposizione parigina di Arti Decorative – Salon d’Automne 1927: si tratta del Bar sotto il tetto interamente costruito in rame nichelato e alluminio anodizzato. Nello stesso anno, all’età di ventiquattro anni, ha inizio la collaborazione con Le Corbusier e Pierre Jeanneret presso l’atelier di 35, rue de Sèvres a Parigi. Un sodalizio decennale che vede Charlotte Perriand contribuire significativamente allo sviluppo di molti progetti sia di design sia di architettura.Da questa solida collaborazione nascono opere dal profondo valore estetico, espressione del vivere moderno e che oggi rappresentano icone di storia del design e dell’architettura. Tra questi: l’Equipement intérieur d’une habitation presentati al Salon d’Automne del 1929 di cui molti pezzi, tra cui la celebre Chaise Longue, prima prodotta dalla tedesca Thonet, sono distribuiti dal 1965 in poi da Cassina, e la serie di arredi di Villa Church, a Ville-d’Avray. Attiva anche al di fuori dello studio, nel 1929, come la sua collega Eileen Gray, è tra i fondatori dell’U.A.M. (Union des Artistes Modernes). Nel 1930 intraprende un viaggio in Unione Sovietica, dove entra in contatto con alcuni esponenti del Costruttivismo russo. Nel 1933 è tra le poche donne a partecipare al IV CIAM (Congresso Internazionale di Architettura Moderna) ad Atene, a riconferma della sua grande influenza sui colleghi e nel dibattito internazionale.Nel 1937, Perriand lascia l’atelier per lavorare freelance e, grazie alla continua collaborazione con l’architetto giapponese Junzo Sakakura, nel 1940 parte per il Giappone invitata dal Ministero del Commercio e dell’Industria; qui, prosegue il lavoro iniziato nel 1933 dall’architetto Bruno Taut, supportando il governo nella proposta di strategie utili per affinare le tecniche di produzione e implementare le esportazioni verso i paesi occidentali. Durante questo soggiorno, durato circa due anni, visita università, fabbriche, laboratori e botteghe artigianali e approfondisce lo studio delle tecniche e dei materiali tradizionali sperimentando con il bambù la riproduzione di alcuni pezzi di design da lei disegnati negli anni precedenti. Organizza anche eventi e mostre, come l’esposizione “Tradition, sélection, création” nel 1941 a Tokio presso i grandi magazzini Takashimaya e nel 1942 a Osaka, con lo scopo di far conoscere al grande pubblico la tradizione artigianale del proprio paese.Nel 1946, terminata la Seconda Guerra Mondiale, Charlotte Perriand rientra a Parigi con il nuovo marito, incontrato in Vietnam, e la figlia, dopo numerose avventure e disavventure che racconta nella sua autobiografia “Un art de vivre” (1985). In Francia instaura legami professionali con diversi studi e attiva una nuova collaborazione con Le Corbusier, finalizzata all’elaborazione dell’attrezzatura interna della “cellula tipo” e della “cucina prototipo” per il progetto dell’Unité d’Habitation di Marsiglia. Numerose sono inoltre le collaborazioni che intraprende in questo periodo con artisti e architetti come Lùcio Costa, Paul Nelson, Fernard Léger, Ernő Goldfinger, Jean Prouvé, Roger Godino, Kenzo Tange.Charlotte Perriand trova la sua dimensione di designer soprattutto nelle sedute, tra queste si ricordano: oltre agli sgabelli alti da bar e alla chaise lounge, le sedute della collezione LC, la sua reinterpretazione del divano letto di Maria Antoniette la Duchessa, la poltroncina Swivel Seat. Altro pezzo iconico del suo repertorio è la Bibliothèque Tunisie, in cui sperimenterà l’uso del colore e della geometria. Tra le sue opere di architettura più note ci sono le stazioni sciistiche Les Arcs dell’Alta Savoia realizzate tra il 1967 ed il 1982, in cui riesce a coniugare il suo lavoro e il suo amore per lo sport e la montagna. Il regista francese Jacques Barsac, marito della figlia di Perriand, gira nel 1985, con la partecipazione dell’allora ottantenne Perriand il documentario “Créer l’habitat au XXe Siècle” per raccontare gli anni di lavoro, i successi e le lotte femministe. Dalla sua morte, avvenuta a Parigi nel 1999, sono innumerevoli le retrospettive e le mostre che celebrano Charlotte Perriand come pioniera del moderno e pilastro fondamentale di quello che è oggi il design funzionale, pratico ed essenziale.
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